Villa Pigafetta Camerini a Mossano, tra i Colli Berici

Le 5 cose da vedere assolutamente a Mossano

Mossano è una località collinare stupenda, parte del Comune di Barbarano Mossano, circondata dai magnifici boschi dei Colli Berici e con alcuni luoghi che devi assolutamente scoprire. In particolare concentriamoci sulle 5 cose da vedere assolutamente a Mossano.

1. Villa Pigafetta Camerini

Sul colle di Montruglio sorge Villa Pigafetta Camerini, conosciuta anche come Villa Montrugllio, una delle più belle dimore settecentesche di tutti i Colli Berici. Commissionata dalla famiglia vicentina degli Arnaldi, che a metà del Cinquecento era entrata in possesso dei terreni della proprietà, la villa venne costruita a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo dall’architetto e paesaggista Francesco Antonio Muttoni. L’edificio è composto dal corpo centrale della villa, dove sulla destra si trovano il portico e le barchesse. La lunga facciata di 40 metri è articolata in tre sezioni: la centrale con ingresso e balconata e le due laterali con locali domestici. Le dimensioni dell’edificio sono amplificate dalla scalinata e dalla terrazza recintata che racchiude un grande giardino.

Anche gli interni sono stupendi, decorati con fastosi affreschi e un terrazzo alla veneziana di color verde tra i più rari rimasti in Veneto. Altra nota di rilievo è l’imponente barchessa settecentesca con chiare influenze palladiane e scamozziane, interamente realizzata in pietra di Nanto. Molto belle sono poi la Sala delle Armi, un tempo scuderia dove è custodita una raccolta di armi antiche, e la Sala dell’Olimpo. La villa possiede un bellissimo grande parco e bosco privato, circondato dalla vegetazione tipica dei Colli Berici.

La villa è ora residenza privata, ma la barchessa viene utilizzata per le cerimonie matrimoniali e per eventi culturali vari, come mostre d'arte contemporanea. Su richiesta, contattando i proprietari, c'è la possibilità di visitare la villa.

2. Grotta di San Bernardino

La grotta di San Bernardino di Mossano ha una grandissima importanza dal punto di vista storico, antropologico e archeologico: al suo interno troviamo un racconto secolare che ci accompagna dalla preistoria ai giorni nostri. Frequentata dall’uomo fin dal Paleolitico, le prime segnalazioni del giacimento sono di inizio Novecento da parte di Ramiro Fabiani, geologo nativo di Barbarano.

I primi scavi per fare luce sul suo passato iniziarono nel 1959, dai quali sono emersi resti animali e umani, come tre denti e una falange appartenenti a uomini Neanderthaliani vissuti più di 200.000 anni fa. Ma una scoperta molto importante furono i focolari trovati, risalenti tra i 200.000 e i 150.000 anni fa, oggi la più antica traccia sull’accensione di fuochi in un sito preistorico italiano. Queste rappresentano importanti testimonianze dell’adattamento umano agli ambienti freddi, che cacciava animali per cibarsene e proteggersi dal freddo. Un altro aspetto importante è il ritrovamento di manufatti in selce realizzati con il metodo di lavorazione Levallois, tecnica di scheggiatura della pietra adottata durante il Paleolitico.

Nei secoli successivi a partire dal tardo Medioevo, e fino all’Ottocento, la grotta venne utilizzata come eremo. Il nome della grotta è legato proprio a questo periodo storico e alle frequentazioni di San Bernardino da Siena avvenute, come si racconta, nel corso del Quattrocento. Nel 1510 accadde l'episodio più triste associato al sito: i cittadini di Mossano durante un assedio dell’esercito tedesco nel corso della Guerra di Cambrai si rifugiarono all’interno della grotta, la quale diventò teatro di un terribile eccidio che vide massacrati con il fuoco i mossanesi che trovarono rifugio nella grotta. Dopo questo episodio la grotta venne trasformata in chiesa rupestre e dedicata a Santa Maria delle Grazie, diventando così un luogo di culto a tutti gli effetti.

Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento la grotta venne spogliata del suo contenuto, oggi all’esterno è rimasto un affresco dedicato a San Bernardino e all’interno un bassorilievo scolpito nella roccia viva raffigurante la Madonna con il Bambino. Nei primi anni del 2000 la grotta è stata oggetto di un grande progetto di recupero del sito archeologico seguiti dall’Università di Ferrara e terminati con inaugurazione nel 2006.

Il sito è un bene archeologico statale, protetto e non accessibile al pubblico liberamente, ma è visitabile nel corso dell'anno grazie alle uscite programmate della Pro Loco di Mossano.

3. Valle dei Mulini

La Valle dei Mulini nasce lungo un canale in contrada Calbin, alimentato dalle acque in località Fontana e dal torrente Scaranto. Sfruttando questo abbondante corso d’acqua vennero costruiti 12 mulini tra la Fontana e l’estremità di via Calbin, per questo motivo chiamata chiamata anche "Contrà dei Munari". Alcuni mulini sono ancora funzionanti, mentre di altri rimangono la ruota e i rustici annessi.

Per raggiungere la Valle dei Mulini si può partire a piedi dalla piazza centrale di Mossano tenendo la chiesa sulla destra, iniziando di fatto il sentiero 81 (il Sentiero di San Bernardino). Si procede per 100 metri circa per poi svoltare a sinistra in una piccola via ciottolata. A fondovalle si trova il Mulino Cuchèi, un edificio trasformato in abitazione nel 1970 ma che conserva le origini con due antiche macine in pietra appoggiate al muro. Il percorso prosegue e culmina arrivando al mulino più fotografato del cammino, il Mulino Mucchietto, ampiamente restaurato e con una grande ruota in legno ancora funzionante. Un vero spettacolo, in particolare durante la fioritura primaverile.

Il sito archeologico si trova in un contesto completamente naturale e all’aperto, quindi sempre visitabile.

4. Prigioni

A Mossano sopra le ultime case del paese in corrispondenza di una verticale parete c'è una curiosa sequenza di edifici rupestri conosciuta localmente come Le Prigioni, all’interno della proprietà di Villa Giulia. Il nome non sembra però essere collegato alla sua funzione, in quanto si trovano ruderi di elementi riconducibili a dimora: le stanze, le finestre, gli archi, tutto creato sfruttando le naturali conformazioni della roccia.

La struttura, risalente circa tra il 900 e il 1100 d.C., è composta da tre piani di abitazione, dove quello sotterraneo è collegato alla porta esterna. I singoli vani e ambienti, raccordati tra loro da scale in pietra e da muri divisori, sono stati in parte ricavati sfruttando la naturale rientranza della roccia e in parte costruendo una lunga facciata con le pietre estratte dalla parete retrostante.

Il sito è privato e non accessibile al pubblico liberamente, ma è visitabile nel corso dell'anno grazie alle uscite programmate della Pro Loco di Mossano.

5. Ghiacciaia

La ghiacciaia di Mossano fu costruita nel 1887 sul terreno donato al Comune da parte del Conte Camerini, con lo scopo di mantenere il più a lungo possibile il ghiaccio che veniva immagazzinato durante l’inverno. Il ghiaccio era utilizzato per uso medico, in particolare per abbassare le febbri alte di bambini e anziani. Era una risorsa così preziosa in quegli anni che per l’approvvigionamento di ghiaccio doveva essere motivato da impegnativa del medico.

Nonostante il passare del tempo, si è sempre conservata in buono stato e nel 2002 è stata ristrutturata da un'iniziativa della Pro Loco di Mossano, ritornando al suo meraviglioso splendore. È visitabile durante le giornate di apertura o contattando la Pro Loco di Mossano per prenotazioni di visite a gruppi.

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