Animali troglofili dei Lessini: un progetto di ricerca nel parco Naturale Regionale della Lessinia

Parte nel 2017 un nuovo progetto, per monitorare la fauna sotterranea dei monti Lessini veronesi.

A collaborare, diverse realtà di naturalisti e speleologi del veronese e del Veneto, è patrocinato dalla Federazione Speleologica Veneta, dalla Commissione Speleologica Veronese e dal Parco Naturale Regionale della Lessinia, e supervisionato dal dipartimento di zoologia dell'Università degli Studi di Padova, dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona e dall'associazione Faunisti Veneti.

Le grotte: un ambiente ricco di sorprese

Pensare alle grotte come un ambiente dove compiere osservazioni faunistiche a prima vista può apparire paradossale.

L’assenza di luce e la scarsità di risorse trofiche inducono a considerarle come luoghi non idonei alla vita. L’immaginario popolare dipinge le grotte come luoghi ostili, misteriosi, abitate semmai da esseri maligni e pericolosi che rifuggono la luce del giorno.

Ma se la fantasia delle persone ha riempito le grotte di nani, fate, orchi e draghi, i naturalisti vi hanno scoperto altri animali fantastici, ma ben più reali. Animali adattati ed evoluti in un ambiente dalle caratteristiche del tutto particolari: assenza totale di luce, e quindi di vegetali, scarsità di risorse trofiche, temperature costanti, elevata umidità. Un bellissimo laboratorio per osservare fenomeni evolutivi.

Gli animali che compiono l’intero ciclo vitale in grotta vengono tradizionalmente definiti troglobi (o stigobi se acquatici) distinti da altri animali che frequentano abitualmente le grotte ma in maniera non esclusiva o solo per un particolare periodo del ciclo vitale o in un determinato periodo dell’anno(in questo caso vengono definiti troglofili o subtroglofili se non presentano particolari adattamenti all’ambiente di grotta, eutroglobi se invece sono almeno parzialmente adattati). A questi si aggiungono i troglosseni, animali che abitualmente frequentano ambienti diversi dalle cavità ipogee e che finiscono nelle grotte per sbaglio: animali che trovano un rifugio temporaneo o che vi cadono per errore.

Tali categorie tutt’oggi comunemente usate sembrano un po’ rigide: difficile stabilire se effettivamente un animale si trovi in grotta per errore o perché effettivamente ricerca quell’ambiente. Per di più recentemente si è compreso che quella che comunemente viene definita fauna cavernicola in realtà non è relegata al solo ambiente di grotta, ma più in generale a tutti gli ambienti ipogei: circola liberamente nell’ambiente sotterraneo superficiale (denominato MSS), tra le fessure della roccia madre o negli ambienti acquatici sotterranei.

Il concetto stesso di grotta ci trae in inganno perché antropocentrico: grotte sono tutte le cavità in cui riesce a passare l’uomo, ma le grotte continuano anche dove nessun essere umano riesce a passare e fanno parte di un sistema aperto, in comunicazione, esteso sotto la superficie del suolo.

Il progetto: I troglofili dei Lessini

Il progetto I troglofili dei Lessini nasce da alcune osservazioni fatte durante le esplorazioni in grotta: mentre la fauna troglobia caratteristica degli ambienti ipogei è stata spesso al centro di campagne di studio e ricerche scientifiche, poco si sa delle frequentazioni sporadiche di diversi gruppi di animali.

Chi va spesso ad esplorare le grotte può fare talvolta osservazioni particolari, che vengono poi annoverate tra le stranezze e curiosità, dimenticate dopo aver offerto un motivo per scattare qualche foto. Ma in che misura queste osservazioni possono essere considerate fatalità o stranezze? Alcune di esse potrebbero sottendere una frequentazione non del tutto casuale delle grotte: se così fosse, si metterebbero in luce comportamenti e strategie di sopravvivenza inedite in alcuni gruppi di animali.

Gli strumenti

Il cuore del progetto consiste nel fornire a chiunque frequenti l’ambiente ipogeo uno strumento semplice ma idoneo per raccogliere dati utili, che saranno successivamente analizzati per ampliare le conoscenze dell’ecologia di troglosseni e troglofili del territorio lessinico.

Per contribuire basta compilare la scheda di raccolta dati, disponibile on-line o stampabile in pdf, ogni volta che si osserva un animale in grotta.

I dati raccolti servono per comprendere distribuzioni e comportamenti di animali che frequentano le grotte e sono di proprietà e consultabili da tutti i gruppi speleo operanti in Lessinia e afferenti alla Commissione Speleologica Veronese.

Il progetto coinvolge diverse realtà di naturalisti e speleologi del veronese e del Veneto, è patrocinato dalla Federazione Speleologica Veneta, dalla Commissione Speleologica Veronese e dal Parco Naturale Regionale della Lessinia, ed è supervisionato dal dipartimento di zoologia dell'Università degli Studi di Padova, dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona e dall'associazione Faunisti Veneti.

I materiali specifici per la ricerca sul campo vengono forniti da Biosphaera s.c.s.

Dettagli specifici sul sito dell'iniziativa

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