Il Mare secondo Claude Debussy

I. Storia della Composizione

Il Mare, immensa massa d’acqua, con il suo essere misterioso, profondo, tempestoso e placido, ha da sempre stimolato i musicisti a realizzare opere a tema.

Claude Debussy, che assieme al suo collega più giovane Maurice Ravel, contribuƬ a coniare ad inizio Novecento il concetto di “musica impressionista“, ne fu enormemente influenzato, a tal punto che decise di realizzare una composizione che riflettesse il fascino dell’uomo verso il mare, e rappresentasse le innumerevoli sensazioni ed impressioni che tale habitat esercita.

Voi mi direte che l’Oceano non bagna esattamente le colline borgognone…! […] Ma ho innumerevoli ricordi; questo vale molto di più, a mio avviso, che una realtĆ  il cui fascino pesi generalmente troppo sul vostro pensiero.” (Debussy al suo editore Durand, il 12 settembre 1903)

Secondo le idee del compositore, l’intenzione era quella di tratteggiare l’immagine del mare non in maniera realistica, ma attraverso i ricordi personali e la sua memoria visiva e uditiva.

La Mer fu il nome che Debussy diede alla sua opera, definendola come “Tre schizzi sinfonici per orchestra“. L’opera non ha l’intento di descrivere qualcosa di preciso ma stimolare il mistero, la mutevolezza e l’incertezza, senza essere esplicita nel messaggio, per lasciare agli ascoltatori ricordare ed evocare le loro passate esperienze legateal mare.

CosƬ Debussy scriveva all’amico AndrĆ© Messager nel settembre 1903: “Lavoro a tre schizzi sinfonici […]. Forse non sapete che avrei dovuto intraprendere la bella carriera del marinaio e che solo per caso ho cambiato strada. Ciononostante ho mantenuto una passione sincera per il mare.

Nella Parigi di inizio Novecento, il contesto storico-culturale in cui prese vita La Mer, ciò a cui aspiravano maggiormente gli artisti non era l’imitazione della realtĆ , la descrizione realistica e aderente al vero della natura, quanto piuttosto comunicare l’impressione che l’artista ha della realtĆ , la percezione che ne scaturisce. Quindi la natura divenne una risorsa fondamentale che ispirò la concezione che Debussy aveva della musica, come “un’arte libera, zampillante, un’arte di d’aria aperta, un’arte a misura degli elementi, del vento, del cielo, del mare“.

Secondo il musicologo Michael Imberty “L’acqua di Debussy diventa l’autentica dinamica della sua opera. L’acqua possiede un’evidenza materiale sonora che fa in lui un archetipo fondamentale dal quale procedono tutti i mutamenti, i cambiamenti e le forme“.


II. Struttura della Composizione

Con La Mer, Debussy inaugura un nuovo concetto nella storia della musica: la forma aperta. L’opera si muove da sĆ©, senza il sostegno di alcuna forma musicale precisa. E’ questo aspetto che conferisce alla musica una sensazione di liquiditĆ  e mutevolezza, com’ĆØ proprio caratteristico dell’elemento marino. L’opera si propone dunque di stimolare continuamente i ricordi e l’immaginazione del pubblico senza esplicitare con chiarezza le idee musicali, ma fornendo una semplice “impressione” del mare.

Il primo movimento dura circa 8 minuti, e ha come titolo “Dall’alba a mezzogiorno sul mare“. L’alba ĆØ connotata da timbri musicali scuri e misteriosi, collocati nel registro grave dell’orchestra, e nel corso delle battute si ha una vaga percezione di un’ascesa del sole verso il mezzodƬ, connotata da melodie leggere, rapide e brillanti.

Nelle prime battute, un’atmosfera di smarrimento, lascia spazio a poco a poco a varie cellule musicali, che lasciano presagire l’andamento dell’atmosfera che si fa maggiormente serena sul mare placido. Essa cresce d’intensitĆ  e poi discende, come se le onde del mare e le nuvole nel cielo attenuassero di poco questa sensazione luminosa, finchĆ©, d’un tratto si giunge ad un crescendo che conduce al glorioso finale, che rappresenta l’apoteosi del sole di mezzodƬ sul mare.

Il Secondo movimento dura circa 7 minuti, e porta il titolo “Giochi di Onde“. E’ una melodia senza forma definita, senza nessuno schema preciso. Le idee musicali mutano ad ogni battuta, ora innalzandosi d’intensitĆ , ora muovendosi verso il basso, come delle onde che danzano sulla superficie del mare.

I frammenti che delineano i temi sono brevi e coincisi, quasi volti a creare “smarrimento” a chi ascolta, e lasciarlo perdere nell’immensitĆ  del mare, tra le onde che ora s’infrangono e ora s’increspano, come suggeriscono i vari strumenti dell’orchestra che intonano questo secondo schizzo della composizione. Il tutto ĆØ mischiato in maniera ondeggiante e vorticosa, con un’incredibile trasparenza in grado di rinnovare in maniera continua la liquiditĆ  del paesaggio marittimo.

Il terzo movimento, dalla lunghezza di 8 minuti, s’intitola “Dialogo del Vento e del Mare“, e inizia con un lungo rullo dei timpani, come a rappresentare il turbine d’aria delle raffiche di vento. Tutta questa parte musicale narra l’inquietudine del contrasto tra il mare e il vento, finchĆ© s’ode un colpo secco dei timpani che scarica tutta la tensione, e il clima di tensione accumulatosi diventa un dialogo incessante tra la potenza turbinante del vento e il vorticoso muggire del mare.

Questi giochi di espressioni tra il vento e il mare generano una sorta di contrapposizione tra due elementi della natura: l’acqua e il vento. Il tutto si estende con gran vigore, finchĆ© da un’appoggiatura espressiva inizia lentamente il finale, che cresce d’intensitĆ  man mano che la musica procede. Il grandioso finale de La Mer ĆØ volto a configurare una sorta di emblema musicale della potenza del mare, colonna portante della musica di Debussy.


III. Giudizio della composizione

Il brano musicale fu accolto inizialmente molto negativamente, quando venne eseguito per la prima volta a Parigi il 15 ottobre 1905. Il pubblico di allora non era per niente abituato ad ascoltare un opera che causasse smarrimento nell’ascolto, senza alcuna forma musicale tradizionale.

Nei decenni successivi, tuttavia, alcuni critici sostennero che “con Debussy non ĆØ stare innanzi alla natura materiale, bensƬ di fronte alla sua rappresentazione e riproduzione: il vento e il mare nel terzo schizzo dialogano in una maniera incomprensibile alla percezione della gente comune, e solo pochi riuscirebbero a comprendere il linguaggio misterioso contenuto in La Mer“.

Debussy stesso volle scrivere l’opera per lasciare libero l’ascoltatore di interpretare a modo proprio le sensazioni contenute nella composizione.

Infatti, La Mer si presenta come un’opera senza alcun programma, inaugurando un modo completamente nuovo di concepire la musica. Per tal motivo più volte i giudizi della critica furono spesso negativi, e il pubblico si trovò spesso impreparato a comprendere il linguaggio astratto.

Sperando di aver lasciato pure voi smarriti nella misteriositĆ  di quest’opera sul mare, vi lasciamo qui sotto il link per ascoltarla e giocare con la fantasia.

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