Storia della composizione
Il fascino delle vette innevate di alta quota ha da sempre ispirato i musicisti a comporre opere dove la maestosità della montagna e il suo ambiente viene esaltato dalla potenza delle note degli strumenti. Tra di essi si annovera Richard Strauss (1864-1949), celebre compositore tedesco del tardo-romanticismo.
Principalmente noto per le sue opere liriche (tra cui Il cavaliere della Rosa, del 1911) e per i suoi poemi sinfonici (tra cui il celeberrimo Also Sprach Zarathustra, del 1896), Strauss non trascurò di trasporre in musica un ambiente che amava particolarmente: la montagna.
Quando Strauss era un giovanotto tentò l’ascesa di una montagna con un gruppo di amici, ma si rivelò fallimentare: persero la strada all’inizio dell’escursione, s’imbatterono in una tempesta e tornarono tutti bagnati fradici. L’amore per le montagne che Strauss manifestava è deducibile dal fatto che nel 1908, simile all’esempio di Antonio Fogazzaro, edificò una villa a Garmisch-Partenkirchen, in Baviera meridionale, da cui dominava lo Zugspitze con una vista mozzafiato.
Da quest’amore instancabile per l’ambiente montano, Strauss compose il suo ultimo poema sinfonico. Era appena iniziata la prima guerra mondiale, e il compositore cercava un po’ di rifugio nella quiete delle montagne. Fu proprio in quell’ambiente che gli venne in mente l’idea decisiva per portare a termine un lavoro sinfonico la cui gestazione era iniziata oltre quindici anni prima (nel 1899 Strauss ebbe la prima idea originale sul progetto). Nel corso degli anni il titolo subì vari mutamenti: dapprima fu chiamato Künstlertragödie (Tragedia di un artista), per poi mutare successivamente in Die Alpen (Le Alpi). Nel 1911, quando morì l’amico compositore e direttore d’orchestra Gustav Mahler, Strauss pensò di chiamare il lavoro Der Antichrist; Eine Alpensinfonie, fino a decidere di chiamarlo “Una Sinfonia Alpina” (Eine Alpensinfonie). Dopo tantissimi anni di lavoro intermittente, la composizione iniziò il 1° novembre 1914, e venne portata a termine l’8 febbraio 1915, dopo appena tre mesi di composizione instancabile.


La prima esecuzione in pubblico avvenne sotto la direzione di Strauss stesso con la Dresden Hofkapelle Orchestra a Berlino il 28 ottobre 1915. Le reazioni del pubblico furono contrastanti: chi la definì “musica cinema”, mentre chi disse “è necessario ascoltare Una sinfonia alpina! E’ davvero un buon pezzo!”
Struttura della composizione
La storia raffigurata nella Sinfonia alpina narra un’esperienza di undici ore (dal crepuscolo poco prima dell’alba fino al calar della notte seguente) trascorse scalando una montagna alpina non identificata.
Anche se eseguita come un movimento continuo, Eine Alpensinfonie ha una programmazione distinta che descrive ogni fase del viaggio alpino in ordine cronologico. La partitura, (scritta per un’orchestra molto grande ed imponente) comprende i seguenti titoli di sezione:
- 1. Nacht (Notte)
- 2. Sonnenaufgang (Alba)
- 3. Der Anstieg (L’ascesa)
- 4. Eintritt in den Wald (Ingresso nel bosco)
- 5. Wanderung neben dem Bache (Passeggiata lungo il ruscello)
- 6. Am Wasserfall (Alla cascata)
- 7. Erscheinung (Apparizione)
- 8. Auf blumigen Wiesen (Sui prati fioriti)
- 9. Auf der Alm (Sul pascolo alpino)
- 10. Durch Dickicht und Gestrüpp auf Irrwegen (Tra roveti e boscaglia sui sentieri sbagliati)
- 11. Auf dem Gletscher (Sul ghiacciaio)
- 12. Gefahrvolle Augenblicke (Momenti pericolosi)
- 13. Auf dem Gipfel (Sulla vetta)
- 14. Vision (Visione)
- 15. Nebel steigen auf (Sale la nebbia)
- 16. Die Sonne verdüstert sich allmählich (Il sole si oscura gradualmente)
- 17. Elegie (Elegia)
- 18. Stille vor dem Sturm (Calma prima della tempesta)
- 19. Gewitter und Sturm, Abstieg (Temporale e tempesta, Discesa)
- 20. Sonnenuntergang (Tramonto)
- 21. Ausklang (Epilogo)
- 22. Nacht (Notte)
Guida all’ascolto
Eine Alpensinfonie si apre con un unisono in Si bemolle di archi e legni, volta a creare una “massa oscura” di tonalità che raffigura la profonda notte misteriosa sulla montagna. Ad un tratto, ecco emergere tromboni e tuba che declamano la mole cupa ed imponente della montagna, con un motivo maestoso che si ripeterà altre volte nel corso della sinfonia. Questa melodia procede per un paio di minuti, quando d’un tratto, alcune note ascendenti di fagotto ed oboe, sostenuti dai violini, cambiano improvvisamente l’atmosfera, facendo presagire il primo chiarore dell’alba. I legni all’unisono, seguiti dai corni e dalle trombe riprendono questo motivo con maggiore potenza, finché la notte cede il passo alla luce dell’alba, con una gloriosa scala di note in La maggiore, che portano al sorgere del sole, annunciato dall’orchestra con la massima potenza.
L’alba cede poi il posto all’inizio dell’escursione (Der Anstieg), la quale conclude la lenta introduzione e segna l’inizio dell’Allegro della sinfonia. In questa sezione vengono usati due temi che saranno ricorrenti in tutto il brano. Il primo è una marcia, la cui forma suggerisce l’atto fisico di salire verso l’alto, mentre il secondo è una fanfara che rappresenta i punti più duri e critici dell’ascesa alla montagna. Dopo questo secondo motivo, si ode il suono di dodici corni, due trombe e due tromboni fuori scena, che conferiscono l’idea degli echi di una lontana battuta di caccia.
Successivamente, si entra nel bosco e qui si presenta un brusco cambiamento dello stato d’animo. Qui i toni degli strumenti si oscurano per conferire l’aspetto del fitto fogliame che oscura la luce del sole. La marcia della sezione precedente si distende, mentre si odono richiami d’uccelli esposti dall’ottavino e dai flauti.
La parte successiva ci conduce davanti al ruscello, con scale figurative a cascata nei legni e negli archi, che raffigurano il motivo dell’acqua che si stende dinanzi agli avventurieri. Il tutto culmina nella sezione Am Wasserfall: la brillante, scintillante scrittura strumentale in questo breve e coinciso passaggio lo rende uno dei più “vivamente specifici” momenti all’interno dell’intera Alpensinfonie.
Lasciando la cascata zampillante, il gruppo di alpinisti si sposta verso i prati fioriti d’alta quota. Qui, l’ambiente si fa più calmo e rilassato. Il prato incastonato tra le superbe vette alpine è suggerito da un contesto delicato di accordi di violini, il tema di marcia si sente dolcemente nei violoncelli e punti isolati di colore (brevi note nei legni, arpa e pizzicato delle viole, che rappresentano piccoli fiori alpini) punteggiano il paesaggio.
Superato il prato, eccoci giunti all’alpeggio. Qui, l’uso di campanacci, richiami di uccelli, motivi di jodel e anche il belare delle pecore (rappresentato attraverso il flatterzunge di oboe e clarinetto) crea una forte immagine visiva e uditiva alle orecchie di chi ascolta.
Quando gli alpinisti vanno avanti si arriva a marciare lentamente sul ghiacciaio. Qui l’andatura si fa un po’ più difficile, e in Gefahrvolle Augenblicke l’idea di insicurezza e di pericolo è abilmente suggerito dalla frammentarietà della struttura e l’utilizzo del secondo tema di salita appuntito.
Improvvisamente, dopo un lungo e tortuoso percorso si arriva alla sezione Auf dem Gipfel quando quattro tromboni presentano un tema conosciuto come “il motivo del picco”, la cui forma ricorda la famosa apertura di Also Sprach Zarathustra. Questo passaggio è il fulcro della partitura e dopo che un oboe solista balbetta una melodia esitante la sezione si trasforma gradualmente con una successione di temi sentiti in precedenza, che infine culminano in quello che il musicologo Del Mar chiama il “tanto atteso culmine emotivo della sinfonia”: una ricapitolazione del tema del sole, ora gloriosamente proclamato in Do maggiore. I nostri esploratori hanno raggiunto il momento tanto atteso: l’arrivo alla vetta della montagna.
Con un’interruzione improvvisa, tuttavia, il pezzo viene spinto verso la sezione successiva, intitolata Vision. Questo è un passaggio un po’ di sviluppo che riprende a poco a poco molti dei temi musicali principali della sinfonia insieme e che è composto da armonie instabili, mutevoli. È in questa parte del brano che fa il suo ingresso l’organo, aggiungendo ancor più profondità alle già enormi forze d’esecuzione di Strauss. Con la declamazione del motivo della montagna di tutti gli ottoni alla fine di questo passo, Del Mar ritiene che “il senso di appagamento è completo, la ripresa è iniziata, e la struttura della sinfonia ha, in modo simile a Bruckner, trovato il suo culmine logico”.
Subito dopo questo apice musicale, tuttavia, vi è un brusco spostamento di umore e carattere nella sezione intitolata Nebel steigen auf. Questa atmosfera di tensione e ansia continua a crescere per le prossime due sezioni (Die Sonne verdüstert sich allmählich e Elegie). Nel momento in cui il pezzo raggiunge Stille vor dem Sturm un rullo di tamburi inquietante, tentativi falliti di ricreare il motivo balbettante dell’oboe sentito in precedenza sulla vetta, le gocce di pioggia isolate (brevi note nei legni più alti e nel pizzicato dei violini), lampi di fulmini (nell’ottavino), l’uso di una macchina di vento, e suggerimenti delle tenebre (attraverso l’uso di una scala discendente che ricorda l’apertura della “Notte”) portano il pezzo in tutta la furia della tempesta.
Gewitter und Sturm, Abstieg segna l’inizio dell’ultima fase del viaggio descritto nell’Alpensinfonie. È in questo passaggio che Strauss prevede il massimo della strumentazione in tutto il pezzo, compreso l’uso di una macchina del tuono (Donnermaschine) e il pesante uso dell’organo. In esecuzioni moderne questi suoni possono essere eseguiti con effetti sonori sintetizzati per creare un effetto ancora più tremendo. Quando gli alpinisti inzuppati velocemente ritornano sui propri passi giù per la montagna e passano attraverso una scena familiare una dopo l’altra, molte delle idee musicali introdotte in precedenza nel pezzo si odono ancora una volta, ma questa volta in ordine inverso, ad un ritmo molto veloce, e in combinazione con la furia della tempesta. Alla fine, comunque, la tempesta musicale comincia a placarsi. La pesante pioggia battente è sostituita ancora una volta da gocce isolate nei legni e nelle corde pizzicate, il tema della montagna è proclamato dagli ottoni nella tonalità originale di Si bemolle minore, e il pezzo viene gradualmente introdotto in un bel Sonnenuntergang. È qui che alcuni ritengono cominciare la “coda” della sinfonia. Piuttosto che presentare un nuovo materiale musicale, queste ultime tre sezioni sono piene di “nostalgia malinconica” per i bei momenti passati in precedenza nel pezzo.
In Sonnenuntergang il tema del sole è dato da un lento ed ampio trattamento, fino a raggiungere il culmine radioso che muore in Ausklang (Epilogo). Alla fine l’armonia torna all’oscurità e al mistero dell’inizio del brano. In questi momenti oscuri finali del pezzo la scala discendente sostenuta dell’apertura “Notte” si ode ancora una volta, raggiungendo una profondità tenebrosa impressionante. Come gli ottoni emergono dal suono per proclamare profondamente il tema della montagna un’ultima volta, è quasi come se “i contorni giganti della massa nobile possono semplicemente essere individuati nel buio” (Del Mar). Nelle ultime poche battute i violini suonano una lenta e struggente variazione sul tema di marcia che termina con un finale e morente glissando all’ultima nota.
Registrazioni notevoli
Nel 1981 una registrazione discografica dell’opera, eseguita dai Berliner Philarmoniker diretti da Herbert Von Karajan è diventata il primo compact disc per utilizzo commerciale nella storia della discografia musicale.
Karajan ebbe un ruolo di primo piano nello sviluppo della tecnologia per la registrazione e la riproduzione audio in digitale (Compact Disc). La Sinfonia delle Alpi è stata la prima registrazione sotto questa nuova tecnologia. Il direttore d’orchestra austriaco vi riversò tutto il suo prestigio e fu presente alla prima conferenza stampa che annunciava il nuovo formato.
Sperando che questo articolo vi sia piaciuto, vi riportiamo di seguito il link per poter ascoltare Eine Alpensinfonie, ed immergervi nella magia della montagna.