Lo strano caso di Androsace lactea L.

Lo strano caso di Androsace lactea L.

Tra flora alpina, endemismi e relitti glaciali

Da amante della montagna e della Natura quale sono, mi piace scoprire il territorio che vivo e durante la mia tesi ho avuto modo di conoscere una piccola specie vegetale con interessanti caratteristiche... vi presento quindi Androsace lactea L., una specie perenne presente nell’ambiente alpino.

Chi è Androsace lactea?

Androsace lactea cresce ad un'altitudine compresa tra i 600m e i 2300m s.l.m., predilige substrati calcarei-dolomitici e si sviluppa su affioramenti rocciosi, in rupi, grotte, ripari sotto roccia, su ghiaioni e morene, in presenza di detriti e pietraie, ma anche su pendii prativi discontinui vicino alle mughete.

Una specie piccola, non supera i 10-15 cm di altezza, che forma dei morbidi cuscinetti (perfino il nome, portamento a pulvino, richiama qualcosa di soffice!): il fusto è strisciante al suolo, con molte rosette basali, formate dalle foglie lineari, distanziate tra loro, che nel complesso forma dei tappetini più o meno estesi.

L’infiorescenza ad ombrella è costituita da pochi fiori, caratterizzati da una corolla bianca, candida (da cui il nome della specie “lactea”, riferito al color bianco-latteo del fiore) e una fauce giallognola, che colpiscono per forma e delicatezza.

La fecondazione è entomogama e la fioritura avviene da Maggio a Luglio. Il frutto è una capsula che a maturità si apre in cinque valve. In genere non contiene molti semi, che presentano dimensioni e forme molto varie (caratteristico delle Primulaceae, famiglia a cui appartiene).

Areale ed endemismi

Ma perchè, tra tutte le specie botaniche interessanti, parlare proprio di questa?

Perchè Androsace lactea non vive solo qui, dietro casa mia (nella stazione del Recoarese, a 1600 m), ma si trova anche in montagne del centro-sud Europa, nel Giura Francese e al centro dell'ex Jugoslavia, con una distribuzione che va dalla Cordigliera Cantabrica ai Pirenei, passando attraverso le Alpi e i Carpazi fino alle montagne Dinariche e Balcaniche.

In Italia invece sono state segnalate località isolate nelle Prealpi Friulane (dryades.units.it) e nel Trentino (www.areeprotette.provincia.tn.it); è stata accertata l'esistenza nei Monti di Recoaro, con segnalazioni storiche confermate più recentemente nel Massiccio del M. Chiampon nelle Prealpi friulane (Martini et Poldini, 1992) e nelle Prealpi bergamasche (Martini et al., 2012) e una stazione nelle Piccole Dolomiti nella provincia di Vicenza.

Per un Naturalista (ma non solo) questo tipo di areale (area geografica entro la quale è distribuita una specie) risulta interessante per una riflessione storico-geografica. L'areale risulta infatti frammentato: mentre lungo il margine rivolto a nord nelle Alpi la distribuzione è pressoché continua (come nel caso dell'areale Austriaco) le popolazioni rivolte a sud e ad ovest sono rare e disgiunte, come nel caso dell'areale svizzero, francese e italiano. Questa distribuzione, secondo alcuni, potrebbe essere il risultato dei cambiamenti climatici avvenuti nel Pleistocene: durante le glaciazioni alcuni esemplari sarebbero riusciti a sopravvivere all'interno di piccoli refugia non interessati dai ghiacciai, situati sui bordi settentrionali e occidentali delle Alpi. 

Conoscere, comprendere, slavaguardare

Se un giorno, passeggiando sulle Montagne di Recoaro, al Passo delle Tre Croci, incontrerete Androsace lactea, apprezzate la delicatezza di questo fiore e ricordatevi la lunga storia che ha alle spalle.

Anche la più piccola specie vivente ha qualcosa di curioso da raccontare ed è sempre collegata alla storia del Pianeta, per cui, forse, vale la pena conservare anche ciò che (ancora) non conosciamo.