5 brani di musica classica ispirati agli animali

Da sempre il mondo della Natura e dell’Ecosistema ha affascinato i musicisti e i compositori, portandoli ad elaborare opere di elevato valore artistico e musicale. Quest’oggi, vi porteremo alla scoperta di 5 brani di musica classica aventi come soggetto il mondo degli animali.

1. Pierino e il Lupo – Sergej Prokofiev

Realizzata nel 1936, quest’opera fu concepita dal compositore come una favola musicale destinata ai bambini. Si tratta di una vera e propria fiaba, dove ciascuno dei personaggi è rappresentato da un tema musicale e da uno strumento dell’orchestra, secondo gli abbinamenti più naturali: l’uccellino cinguettante è caratterizzato dal flauto (nel registro acuto), l’anatra dall’oboe, il gatto dal clarinetto (nel registro grave e “con eleganza”), il nonno brontolone dal fagotto, il lupo spaventevole dai corni, il protagonista Pierino da tutti gli strumenti ad arco, le fragorose scariche dei fucili dei cacciatori dai timpani e dalla gran cassa (Prokof’ev consiglia di far ascoltare i vari strumenti e relativi temi all’inizio del pezzo, a scopo didascalico). La voce recitante racconta la fiaba e parallelamente la musica la commenta passo passo, con una quantità d’immagini sonore spesso più vivide e precise di qualsiasi parola, come il rapido arrampicarsi del gatto o il lamento flebile e tragicomico (“doloroso” dice la partitura) dell’anatra nella pancia del lupo. La fiaba si conclude con un piccolo corteo trionfale di Pierino e dei suoi amici, che dà modo a Prokof’ev di far riascoltare rapidamente tutti i principali temi di quest’incantevole composizione.

La storia narra di Pierino, un ragazzino che ha per amici un uccellino, un’anatra e un gatto quando, a un certo punto, vede aggirarsi nei boschi un lupo. Pierino decide di eliminare il lupo, ma il suo severo nonno considera questa impresa troppo pericolosa per lui e perciò non gli permette di svolgerla. Pierino però non ha paura e non vuole dar peso alle parole del nonno e rimane determinato ad occuparsi del lupo, ma il nonno trascina Pierino nel giardino e chiude il cancello per impedire al nipote di uscire.

Pierino vede l’anatra farsi una nuotata e il gatto cercare di catturare il povero uccellino che si rifugia sui rami di un albero; in quel momento arriva il lupo che si aggirava nei boschi e il gatto, impaurito, raggiunge l’uccellino sull’albero. L’anatra, presa dal panico, corre sulla riva del lago, ma viene mangiata viva dal lupo.

Pierino assiste alla scena, mentre l’uccellino svolazza davanti al muso del lupo per distrarlo. Successivamente l’uccellino va ad avvertire dei cacciatori, dicendo loro che Pierino sta rischiando di venire mangiato dal lupo; il bambino, nel frattempo, prende una corda robusta, la lega alla coda del lupo e annoda l’altro capo a un ramo dell’albero.

In quel momento arrivano i cacciatori a suon di spari e Pierino fa notare che il lupo ormai è già stato sconfitto e chiede loro un aiuto per portarlo al giardino zoologico. Con una marcia trionfale il ragazzino conduce il corteo seguito dai cacciatori che trascinano il lupo, quindi dal nonno e dal gatto ed entrano tutti in paese mentre si sente l’anatra, ancora viva, che fa “qua qua” dalla pancia del lupo.

2. Sonatina Zoologica – Mario Castelnuovo-Tedesco

Scritta nel 1960, questa simpatica opera per pianoforte è formata da 4 movimenti, recanti ciascuno il titolo di animali: Libellule, La Chiocciola, Lucertolina e Formiche.

Il primo movimento, Libellule, è un brano di puro virtuosismo pianistico, dove l’alternarsi di rapide sequenze di biscrome che cercano di rievocare il volo delle libellule, si contrappone a delicati passaggi di crome e terzine di crome, che cercano di rievocare i riflessi dello stagno, l’habitat tipico delle libellule.

Il secondo movimento, La Chiocciola, è il più lungo dei quattro movimenti (6-7 minuti), e raffigura l’andatura lenta di una chiocciola, con note lunghe e riecheggiate col pedale del pianoforte. Di tanto in tanto la sequenza cambia leggermente velocità, ma la sensazione di lentezza rimane costante per tutta la durata del brano.

Il terzo movimento, Lucertolina, è la parte più corta della sonatina (1 minuto e mezzo). Il brano evoca la sensazione di una lucertola che scatta rapidamente sul terreno, cercando di raggiungere i pertugi tra i muri, dove nascondersi. Qualche nota di maggiore durata rallentano il moto fugace del rettile, come a volerlo ritrarre fermo immobile, in attesa di scattare nuovamente.

Il quarto e ultimo movimento, Formiche, è un pezzo vivace e allegro, che raffigura le formiche marciare in fila indiana tra gli steli d’erba. Con un’abile maestria, Castelnuovo-Tedesco ricrea nelle note la camminata rapida degli animaletti, che con le briciole di cibo, giungono tutte al formicaio dove immagazzinare ciò che hanno trovato durante la giornata.

3. Il Carnevale degli Animali – Camille Saint-Saens

Scritto nel 1886, questa Grande Fantasia Zoologica in 14 movimenti, potrebbe essere definita come una serie di ritratti e caricature degli animali, presentati da pochi strumenti, ma impregnati di una sensibilità notevole da parte dell’autore.

Nel primo brano, Introduzione e Marcia reale del leone, un ritmo di marcia, scandito dai due pianoforti, annuncia l’arrivo del re della foresta: il leone si presenta con una melodia dal ritmo marcato e solenne e con i suoi ruggiti mimati dalle scale cromatiche ascendenti-discendenti del pianoforte e degli archi gravi.

L’abilita descrittiva di Saint-Saëns si coglie poi nello starnazzare di Galli e galline affidato alle acciaccature e nelle note ribattute di pianoforti, violini, viola e clarinetto, e nella corsa sfrenata degli Emioni, cavalli selvatici che galoppano nelle praterie asiatiche, raffigurata dalle scale velocissime dei due pianoforti, eseguite all’unisono su e giù per la tastiera (Presto furioso), come uno sberleffo contro i vacui virtuosi del pianoforte.

Per rappresentare le Tartarughe Saint-Saëns usa il celebre tema del Can Can di Jacques Offenbach (da Orphée aux enfers cita “La, La, la, la, la, partons, marchons” e “Ce bal est original, d’un galop infernal”) ma rallentato in un modo grottesco, accentuato dal banale accompagnamento accordale del pianoforte.

L’Elefante è incarnato dal contrabbasso che si esibisce in un goffo valzer accompagnato dal pianoforte e punteggiato dalla citazione di un motivo della Danse des sylphes (dalla Damnation de Faust) di Hector Berlioz, e da un’eco dello Scherzo dal Sommernachtstraum di Mendelssohn.

I due pianoforti si alternano negli accordi staccati e saltellanti dei Canguri (resi ancora più elastici dai continui rallentamenti e accelerazioni), e poi si sciolgono nei fluidi arpeggi dell’Acquarium sui quali si dipana una dolce melodia, dalla grazia cajkovskijana, affidata a flauto, archi e celesta (sempre in contrattempo accentuando l’effetto acquatico dell’insieme).

Personaggi dalle orecchie lunghe Ã¨ una pagina brevissima (solo 26 battute), spoglia e feroce (più del bonario leone dell’introduzione), con i due violini che si alternano nell’imitazione del raglio degli asini, uguale al chiacchiericcio dei critici saccenti.

Poi è il momento dei volatili: il clarinetto imita Il cucù nel bosco, accompagnato dagli accordi dei due pianoforti; mentre una melodia velocissima del flauto, accompagnata dai trilli dei pianoforti e dai tremoli degli archi, crea l’atmosfera aerea e frenetica di una Voliera.

Nel suo zoo Saint-Saëns inserisce anche i Pianisti, pagina divertentissima che fa la parodia dei principianti costretti a passare lunghe ore in noiosissimi esercizi tecnici, passando attraverso tutte le tonalità: e gli esecutori “devono imitare il modo di suonare di un principiante e la sua goffaggine”, andando quindi spesso fuori tempo, suonando lentamente le parti diffìcili e correndo nei passaggi facili.

Fossili, richiamati dal suono secco dello xilofono, sono un’altra incarnazione “preistorica” dei critici musicali, incapaci di capire il nuovo corso della musica per colpa della loro mentalità antiquata. Per questo Saint-Saëns cita la sua Danse macabre (Poema Sinfonico che descrive la danza di alcuni scheletri sopra le tombe di un cimitero), ma anche alcuni vecchi motivi popolari come “J’ai du bon tabac”, “Ah! vous dirais-je maman”, “Partant pour la Syrie”, e infine l’Aria di Rosina dal Barbiere di Siviglia di Rossini.

Il famosissimo canto del Cigno, intonato dal violoncello e accompagnato dagli arpeggi dei due pianoforti – in realtà una sottile parodia del melodizzare lezioso e sentimentalistico – prepara efficacemente la passerella del Finale: un rondò (Molto allegro) basato su un pimpante refrain suonato dall’ottavino e dal clarinetto, e su alcuni temi già ascoltati, che conclude in modo festoso questa rassegna di animali, facendoli sfilare tutti insieme come in un circo.

4. Nachtfalter – Johann Strauss II

La traduzione in italiano di quest’opera sarebbe “falena” o “farfalla“, e particolarmente interessanti sono l’introduzione e il valzer d’apertura che con la loro melodia cercano di rievocare il volo dell’insetto. Le note dei flauti e dell’ottavino descrivono il rapido battito d’ali che viene successivamente affidato agli archi, in una melodia più lenta e malinconica, quasi a volerci trasmettere l’immagine della falena che vola e si posa sui fiori e sugli alberi dell’ambiente circostante.

La popolarità di questo valzer fu riscontrata soprattutto in Russia, all’epoca in contrasto con la monarchia asburgica, dopo che l’Austria firmò un accordo con Inghilterra e Francia secondo il quale l’Impero non sarebbe intervenuto nella guerra di Crimea a fianco della Russia, ma avrebbe mantenuto la neutralità permettendo così a Inghilterra e Francia di proteggere l’Impero ottomano dalle mire espansionistiche dello Zar.

5. Il Volo del Calabrone – Nikolaj Rimskij-Korsakov

Il Volo del Calabrone è un brano tratto dal terzo atto dell’opera lirica La Fiaba dello Zar Saltan (scritta tra il 1899 e il 1900), quando il protagonista Gvidon viene trasformato in un insetto.

Il brano, straordinaria evocazione naturalistica, di onomatopeico realismo e di grande virtuosismo orchestrale, è caratterizzato da una veloce e continua serie di note cromatiche, eseguite in sedicesimi. L’andamento del brano, per onomatopea, tenta di ricostruire in chiave musicale il ronzio di un insetto. Inoltre, le note che compongono le singole sezioni della composizione, oscillano velocemente in una gamma di altezze, riproducendo il movimento fluttuante, ma regolare, di un grosso insetto: in esso si descrive in forma di moto perpetuo la magica trasformazione del principe Guidòn che, sotto le sembianze dell’insetto, sorprende e punisce i nemici che lo hanno cacciato dal regno del padre Saltan.

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